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Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Màrquez

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Cent'anni di solitudine è la storia di una famiglia, i Buendia e della città di Macondo, "un luogo dove il tempo non passa ma continua a girare in giro".

Una storia che segue un disegno cifrato tracciato in delle pergamene lasciate dallo zingaro indovino Melquiades.

 Ursula insieme a suo marito Jose Arcadio Buendia, capostipiti della famiglia e fondatori di Macondo, trasmettono ai loro discendenti la caratteristica "solitudine" che nei figli che chiameranno Aureliano si manifesta in un carattere introverso,  una mente brillante votata alla ripetizione, alla costanza, nei figli chiamati Arcadio nell'impulsività e nelle manie di grandezza che li conducono ad un destino tragico.

Le donne hanno un ruolo molto importante nella storia e una personalità ben delineata e distinta, a cominciare da Ursula che fino alla fine ormai vecchia e cieca cerca di tenere in piedi la famiglia.

Su tutta la storia aleggia un senso di morte che inesorabilmente arriva a colpire tutti i Buendia, fino all'ultimo nato con la coda di porco, così come era stato predetto. 

La morte e la solitudine prendono così il sopravvento sui Buendia e su Macondo cancellando per sempre ogni speranza. 

Una storia complessa e in alcuni punti apparentemente appesantita dall'affollamento di personaggi e dalle loro storie, ma che non riesci a smettere di leggere.

Macondo, la casa dei Buendia, i personaggi vivi e quelli morti separati da labili confini, ti rapiscono e ti introducono in un vortice senza uscita che è la scrittura e il modo di giocare con il tempo dell'autore.

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