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Come primo viaggio sensoriale vi propongo uno dei vitigni cardine della viticoltura salentina il:

                                      "NEGROAMARO"

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Il Negroamaro prende il suo nome dagli antichi abitanti del Salento che volgarmente lo chiamavano “niuru maru”: "niuru" (nero) per la caratteristica buccia di colore nero dell' acino e "maru" (amaro) per via del suo gusto amarognolo.

Si tratta di uno dei più  importanti e rappresentativi vitigni del sud Italia dal quale nasce quello che per me è il vino rosso per antonomasia, quello delle serate tra amici dove ad esaltare le qualità del vino ci pensa anche il buon cibo.

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Prima di iniziare la degustazione:

La temperatura di servizio del Negroamaro è tra i 16 e i 18°C e dobbiamo stappare la nostra  bottiglia facendo attenzione a non rompere il tappo di sughero per non compromettere  il  vino.

Fondamentale è la scelta del calice. Nel caso del Negroamaro sarà un ballon, caratterizzato dall' imboccatura larga e la pancia più  profonda, per esaltare l' aroma e il profumo del vino.

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Versiamo adesso il  vino nel ballon e facciamoci guidare nel nostro viaggio sensoriale alla scoperta di tutto ciò che il  vino sarà in grado di regalarci. 

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Un primo aspetto da prendere in considerazione è il colore del vino, caratteristica questa che varia a seconda dell'annata del vino. Nel caso del nostro Negroamaro saremo colpiti dal bellissimo color rosso rubino intenso nel caso di vino giovane; mentre il colore muterà verso le tonalità più del rosso mattone se il vino ha subito un processo di invecchiamento.

Ora avviciniamo il calice al naso e annusiamolo, senza muoverlo, per meglio cogliere i sentori delle sostanze fortemente volatili che con la roteazione andrebbero disperse.

Successivamente iniziamo ad ossigenarlo facendo roteare il calice creando dei piccoli vortici che meglio permettono alle sostanze aromatiche di sprigionarsi sfruttando la volatilità dell'alcool. Adesso ficchiamo letteralmente il naso nel calice e subito saremo colti da sentori fruttati come l' amarena e la prugna, accompagnati da un profumo di violetta.

Ad un esame più attento possiamo percepire anche note speziate di tabacco, carrubo e nei vini invecchiati anche sentore di vaniglia.

Questa operazione è necessaria se non obbligatoria perché si tratta di un vino rosso ben strutturato e ha bisogno di essere ossigenato per meglio liberare i profumi che lo contraddistinguono .

In bocca il nostro vino ci regalerà tutto ciò che già è stato preannunciato dal naso. Avremo la sensazione di un vino pieno e corposo, caldo, morbido ed equilibrato con un buon grado di tannini che vengono spesso “addomesticati“ da un passaggio del vino in botti di legno. Dopo averlo deglutito in bocca rimane l'ottima persistenza delle sensazioni piacevoli che ci ha regalato e che invita subito a ripetere l' esperienza.

L' esaltazione a tavola del Negroamaro avviene quando si accompagna a piatti tipici della tradizione salentina come le polpette al sugo, agnello al forno, i tipici “gnummareddhi “ la selvaggina e gli stracotti ma sa fare perfetta compagnia anche durante le allegre serate tra amici con grigliate, carne in umido e arrosti saporiti.

Sono certa di essere riuscita  a farvi desiderare di stappare quanto prima e in piacevole compagnia una bella bottiglia di Negroamaro e quindi da parte mia un bellissimo invito ad un brindisi a tutto ciò che di bello vorrete festeggiare.

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